Le principali iniziative globali
Agenda 2030
Vengono fissati 17 Obiettivi comuni per lo Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals, SDGs) declinati in 169 target specifici da raggiungere entro il 2030.
Chiunque è chiamato a contribuire agli obiettivi dell’Agenda 2030.
Anche, e soprattutto, le imprese.
Per farlo, devono acquisire consapevolezza circa gli impatti generati e subiti nell’ambito dello svolgimento delle loro attività e i rischi a cui sono esposte, per poterli gestire in un’ottica di miglioramento continuo.
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Green Deal Europeo
In linea con questo impegno, i paesi dell'UE adottano il Green Deal, un piano strategico per trasformare l’Unione in una società a impatto climatico zero entro il 2050, in cui la crescita economica sia dissociata dall’uso delle risorse e in cui nessuna persona e nessun luogo vengano lasciati indietro.
Questo piano, che prevede diverse linee di intervento, rappresenta una guida per le azioni delle imprese in ambito di sostenibilità ambientale.
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AGRICOLTURA
ENERGIA
FINANZIAMENTI E SVILUPPO REGIONALE
INDUSTRIA
RICERCA E INNOVAZIONE
TRASPORTI
Direttiva per la Rendicontazione di Sostenibilità delle Imprese, CSRD
Chiunque è chiamato a contribuire agli obiettivi dell’Agenda 2030. Anche, e soprattutto, le imprese. Per farlo, devono acquisire consapevolezza circa gli impatti generati e subiti nell’ambito dello svolgimento delle loro attività e i rischi a cui sono esposte, per poterli gestire in un’ottica di miglioramento continuo.
Quali imprese sono coinvolte?
La CSRD riprende e integra i contenuti della precedente direttiva NFRD (recepita in Italia mediante D.LGS. n.254/2016) ed estende l’obbligo di redazione, deposito e certificazione del bilancio di sostenibilità ad una più ampia platea di imprese, anche di dimensioni molto ridotte:
- 2025: grandi imprese di interesse pubblico e/o gruppi con oltre 500 dipendenti, già soggette alla DNF;
- 2026: imprese e/o gruppi con oltre 250 dipendenti e/o € 40 milioni di fatturato e/o € 20 milioni di attivo patrimoniale;
- 2027: PMI e/o gruppi quotati con oltre 11 dipendenti e/o € 700.000 di fatturato e/o € 350.000 di attivo patrimoniale
- 2029: società non UE con almeno una filiale o una succursale nell’UE e con un fatturato consolidato UE superiore a € 150 milioni
Le date sopra riportate si riferiscono all’anno di deposito del bilancio, che dovrà contenere informazioni relative ai due anni precedenti.
Quali sono i principi fondamentali della direttiva?
- Doppia materialità (d’impatto e finanziaria): una tematica ESG può essere prioritaria per la portata dei propri effetti oppure delle conseguenze finanziarie;
- Dovuta diligenza: le imprese devono impegnarsi a individuare gli impatti negativi e mitigarli attraverso azioni improntate al miglioramento continuo;
- Responsabilità estesa: le imprese sono responsabili anche della propria catena del valore.
Quest’ultimo principio produce un “effetto cascata” per cui le imprese soggette all’obbligo di rendicontazione sono portate a richiedere informazioni ESG alle realtà con cui collaborano, siano esse fornitori, partner commerciali o distributori. In questo modo l’Unione Europea si assicura che progressivamente tutte le imprese si impegnino per la sostenibilità e mettano a disposizione i propri dati ESG.
Perché è importante rendicontare nonostante non si sia obbligati?
Dotarsi di un bilancio di sostenibilità sta diventando di fatto un requisito per poter lavorare con le imprese soggette alla CSRD. Inoltre, comunicare le proprie performance ESG risponde alle crescenti richieste da parte del mercato, degli investitori, degli istituti di credito e assicurativi, nonché dello Stato.
GLOBAL COMPACT
Diritti Umani